Studio Epidemiologico sulla Prevalenza dell’Osteoporosi

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Studio Epidemiologico sulla Prevalenza dell’Osteoporosi nella Popolazione Generale

L’osteoporosi è una malattia degenerativa dell’osso che si presenta con elevata frequenza, in particolare, nelle donne nel periodo della menopausa. Tale condizione è caratterizzata da una rarefazione della struttura ossea trabecolare che determina una progressiva riduzione della resistenza dell’osso e, quindi, un aumentato rischio di frattura. Ciò determina, in particolare nelle fasce di età più deboli, come ad esempio gli anziani, un importante aumento del rischio di presentare altre conseguenze, quali dolore cronico, riduzione della mobilità, fino all’allettamento.
La malattia è asintomatica fino alla comparsa della frattura: ciò rende necessario l’utilizzo di metodiche diagnostiche secondo programmi di screening di categorie a rischio per definirne la presenza.
Bassi valori di mineralizzazione, misurata mediante un semplice esame radiologico a bassa emissione di raggi, rappresentano il più accurato indice in grado di definire la presenza di un aumentato rischio di frattura da fragilità. Pertanto, la misurazione della densità minerale ossea rappresenta il metodo ad oggi riconosciuto più accurato per definire quali pazienti sottoporre a trattamento farmacologico.
Il rapporto tra fattori di rischio e fratture ha rappresentato l’obiettivo principale di diversi studi epidemiologici quali EPIDOS, Dubbo, Rotterdam, SOF, Hawaii e Rochester, tutti eseguiti su campioni di popolazione generale prevalentemente femminile e con l’utilizzo della strumentazione per misurare la mineralizzazione ossea denominata DEXA. Tale metodica è oggi considerata il metodo migliore per la diagnosi di danno osseo lieve, l’osteopenia, o grave, l’osteoporosi severa, tuttavia, poiché utilizza raggi X, anche se a bassa emissione, la sua adozione su popolazione generale potrebbe essere oggetto di critiche, in particolare in alcuni sottogruppi di popolazione: sicuramente non è utilizzabile in donne in gravidanza, ma va utilizzata con cautela anche in bambini in accrescimento. Analogamente, risulta poco gradita negli studi epidemiologici su popolazione generale, con ampio range di età del campione arruolato.
Ad oggi, l’unico studio epidemiologico italiano su popolazione generale è lo studio ESOPO eseguito mediante misurazione della densità minerale ossea del calcagno con una metodica che utilizza ultrasuoni, gli stessi utilizzati per effettuare una ecografia. Purtroppo, pur avendo dati interessanti sul piano clinico ed epidemiologico, tale metodica presenta l’importante difetto di non eseguire la misurazione della densità minerale ossea a livello delle sedi di frattura elettive del processo degenerativo osteoporotico, quali la colonna lombare ed il femore. Lo studio ha coinvolto una popolazione di 6811 donne di età compresa tra i 40 e gli 80 anni e 4981 uomini di età compresa tra i 60 e gli 80 anni rappresentativi della popolazione generale italiana ed ha dimostrato che la prevalenza di osteopenia e osteoporosi aumenta significativamente con l’aumentare dell’età, sia nell’uomo che nella donna, raggiungendo una prevalenza di osteoporosi del 34,5% nelle donne della fascia di età 70-79 anni e del 30% nelle donne della fascia di età 60-69. Analogamente la prevalenza di osteoporosi negli uomini di età 70-79 anni è risultata pari al 27,2% mentre, nella fascia di età 60-69, la prevalenza è risultata pari al 25,3%. Le donne sono risultate molto più esposte al rischio di frattura rispetto agli uomini sia per quanto riguarda l’avambraccio, sia le vertebre sia il femore, raggiungendo nelle donne della fascia di età 70-79 anni, valori di prevalenza vicini all’8% per le fratture vertebrali e poco più del 5% per le fratture del collo del femore.

I fattori di rischio comunemente considerati rilevanti negli studi che hanno utilizzato la DEXA, sono egualmente rilevanti quando la densità minerale ossea viene misurata tramite ultrasonografia. Purtroppo lo studio non ha fornito indicazioni né sulle fasce di età minore, in particolare negli uomini ma anche nelle donne in età fertile, né sul raggiungimento del picco di massa ossea.
Recentemente si è resa disponibile una tecnologia innovativa, non ionizzante, basata su metodica ecografica (REMS radiofrequency ecographic multispectrometry), applicabile direttamente alla colonna lombare ed al collo del femore e che permette una accurata misurazione della densità minerale ossea, espressa in g/cm2, risultata significativamente correlata con i corrispondenti valori misurati mediante DEXA .
In particolare la sensibilità e la specificità della metodica REMS superano il 90%, la concordanza diagnostica con la DXA sfiora il 90% e il coefficiente di correlazione r è pari a 0,94 e 0,93 rispettivamente per la colonna lombare ed il collo del femore. Recentemente l’accuratezza diagnostica della tecnologia REMS è stata confermata in un’ampia serie di donne, rappresentata da una coorte di 4307 di età variabile dai 30 ai 90 anni in uno studio multicentrico europeo.
Risulta, pertanto, evidente come l’adozione di una metodica ecografica, non invasiva, priva di effetti collaterali e che non utilizza radiazioni ionizzanti possa rappresentare una metodica ideale per la misurazione della densità minerale ossea in qualsiasi fascia di età senza esporre il soggetto ad alcun rischio.
Lo scopo del progetto è, pertanto, colmare il gap di informazioni esistente sulla prevalenza del deficit di massa ossea nella popolazione generale italiana di età inferiore ai 40 anni per le donne e 60 anni per gli uomini, rivalutare la prevalenza del deficit nelle donne in menopausa e negli uomini in età avanzata e correlare tale deficit con una serie di fattori di rischio legati allo stile alimentare, allo stile di vita ed alla presenza di condizioni predisponenti o favorenti di tipo clinico o farmacologico.

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